Giro d’Italia 2021, Giacomo Nizzolo sfreccia a Verona! Edoardo Affini secondo, poi Peter Sagan
La volata di Verona incorona Giacomo Nizzolo. Il corridore della Qhubeka-Assos si è imposto allo sprint nella tredicesima frazione del Giro d’Italia 2021, su un percorso interamente pianeggiante. Il brianzolo, con questo successo, spezza la sua maledizione nei Grand Tour: per lui è la prima vittoria in carriera in una corsa da tre settimane. In seconda posizione Edoardo Affini (Jumbo-Visma), che ha provato a sorprendere il gruppo con un’accelerazione a circa 600 metri dall’arrivo. Dopo aver guadagnato qualche metro, il mantovano è stato ripreso e superato negli ultimi 30 metri dal campione europeo. Sul podio di giornata anche Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), terzo e sempre più maglia ciclamino. In top ten altri italiani: quarto Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation), sesto Stefano Oldani (Lotto Soudal), settimo Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty Gobert-Matériaux) e nono Elia Viviani (Cofidis). Nessun cambiamento rilevante nella classifica generale: Egan Bernal (Ineos-Grenadiers) mantiene la maglia rosa in attesa del tappone di domani, con arrivo in cima al Monte Zoncolan.
Come prevedibile, la giornata inizia con il gruppo che lascia partire senza alcun timore i primi attaccanti, membri delle formazioni Professional. Allo scatto immediato di Samuele Rivi (Eolo-Kometa) il solo a rispondere è Umberto Marengo (Bardiani CSF Faizanè), con la coppia che viene raggiunta poco dopo da Simon Pellaud (Androni-Sidermec). Dopo un chilometro di gara i tre hanno già una ventina di secondi di vantaggio, con il gap che continua a crescere rapidamente nelle prime fasi di corsa, sino ad arrivare a 7’30”. A quel punto si portano in testa Cofidis, Jumbo – Visma e UAE Team Emirates, dando il cambio ad una Ineos – Grenadiers ovviamente poco interessata a controllare la corsa.
A conferma che la situazione nel plotone è cambiata, il margine inizia a scendere, e al traguardo volante di Ferrara, dove Marengo transita davanti a Rivi e Pellaud, il gruppo giunge con 5’30” di ritardo. Subito dopo lo sprint intermedio, Pellaud prova ad andarsene da solo, rimanendo per una dozzina di chilometri con una decina di secondi di vantaggio sui due ex compagni di avventura. Tornati assieme, torna anche ad aumentare il vantaggio del terzetto, nuovamente sopra i 6’30” a 110 chilometri dall’arrivo.
Superata la metà gara, la Qhubeka Assos si porta in testa al gruppo, e il margine nei confronti dei fuggitivi ricomincia nuovamente a calare, arrivando a 2’40” a 85 chilometri dal traguardo, per poi riportarsi brevemente a 3’25” prima di scendere sotto i 2’30” una volta giunti al secondo traguardo volante della tappa, a Bagnolo San Vito, a 53 chilometri dalla conclusione. Questa volta è Rivi a spuntarla su Marengo, mentre Pellaud transita nuovamente al terzo posto. Immediatamente dopo lo sprint intermedio, la Deceuninck-QuickStep imprime una forte accelerazione allungando il gruppo, ma l’assenza di vento non permette la creazione di ventagli, dunque la formazione belga si rialza.
Questa accelerata, però, fa in modo che il vantaggio dei tre attaccanti crolli a 1’30”, scendendo sotto il minuto a 40 chilometri dal traguardo. Le squadre dei velocisti tornano allora davanti e rallentano nuovamente l’andatura per non andare a riprendere la fuga troppo presto, tenendo Marengo, Pellaud e Rivi a 30″-40″ per molti chilometri, transitando ai meno 15 con un ritardo di poco più di una decina di secondi. A questo punto di fatto inizia il gioco di nascondino tra i fuggitivi, che procedono ad andatura moderata consapevoli di avere il destino segnato, e il plotone, desideroso di aspettare ancora qualche chilometro per riassorbirli.
Il ricongiungimento, ormai inevitabile, avviene comunque a 7,5 chilometri dalla conclusione, dopo che Rivi aveva provato a sollecitare l’andatura degli attaccanti con una nuova accelerazione, ricevendo la risposta degli altri due fuggitivi. In quel momento le squadre dei velocisti hanno già organizzato i loro treni, tenendo un’andatura piuttosto alta sotto l’impulso soprattutto della Qhubeka-Assos. La Bora-Hansgrohe prende in mano la situazione ma si disunisce nell’ultimo chilometro, permettendo l’allungo di Edoardo Affini (Jumbo-Visma), inizialmente davanti per i propri compagni di squadra. Il lombardo guadagna qualche metro e prova quindi a insistere nella sua sparata, costringendo Giacomo Nizzolo (Qhubeka-Assos) a partire lunghissimo. Il campione europeo è poderoso nella sua progressione e supera il connazionale negli ultimi 30 metri, andandosi a prendere il successo. Buon terzo posto per Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), che consolida la maglia ciclamino.
Risultato Tappa 13 Giro d’Italia 2021
Classifica Generale Giro d’Italia 2021
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